Quando si cambia un sistema operativo, una delle critiche che mi viene mossa più spesso, sia nei commenti su Instagram, via messaggio, o anche di persona, è: "Non voglio quel dato sistema operativo X o Y perché non ci sono questa o quell’altra app, perché non c’è questo o quell’altro programma, perché non ho la possibilità, insomma, di ricreare lo stesso ambiente che ho attualmente con il sistema operativo Z che sto utilizzando".
Secondo voi, è davvero così sbagliato come pensiero?
Parliamone. Salve feelers e bentornati sul mio canale! Oggi affrontiamo un argomento particolare. Sì, perché, parliamoci super chiaramente: quante volte ci siamo trovati a parlare con altre persone di tecnologia, di qualunque tipo, e l’altra persona magari aveva un’opinione diversa? Non tanto perché si concentrava su qualche elemento specifico che poteva dare uno, due o più vantaggi, ma perché si soffermava tanto nel dire: "Sì, però quel particolare sistema non ha quel programma, non ha quell’applicazione, non ha quel servizio che a me serve, perché io lo uso, sono abituato a usarlo, lo uso tutti i giorni. Per questo motivo, non userò mai quel sistema".
A me è successo tante volte. Ed è una cosa che mi ha fatto riflettere. Perché, effettivamente, se un parente ti chiede di ripristinare il computer, perché tutto sommato è soltanto vittima dell’obsolescenza programmata e non è veramente morto quel computer, anzi! Magari ha solo quattro anni di vita, però che cosa fai? Se installi Windows 11, sai che quel computer avrà una vita data dall'obsolescenza programmata molto breve, sempre se riesci a installarlo. Perché sappiamo tutti che Windows 11 ha quel gap generazionale: funziona solo su alcuni processori, solo su alcuni tipi di RAM, eccetera, eccetera.
Se provi ad andare su macOS, devi avere un Hackintosh, se non hai già un dispositivo Apple. E io conosco tantissime persone che hanno Mac molto vecchi, magari MacBook, e visto che il sistema funziona, non lo aggiornano, perché magari non è possibile farlo. Magari si tratta di un MacBook Intel, e i MacBook Intel sono stati un po’ messi da parte, perché ora c’è solo ARM come tipologia di struttura hardware. Quindi il software viene fatto per quella tecnologia lì. E quindi che cosa si fa? Senza girarci troppo intorno, si passa a Linux. Si passa a Linux.
Ed ecco dove sta il punto critico: "Eh, ma io non ho Office, eh, ma non c’è AutoCAD". Va bene, ma il punto è che in questo caso specifico non è che non c’è la possibilità di avere un programma alternativo. Perché il programma alternativo esiste. Ci sono tantissimi programmi alternativi che fanno parte dell’ecosistema Linux e che fanno egregiamente il loro lavoro. Il punto è che molte persone hanno paura dell’interfaccia grafica nuova di quel programma, della possibile incompatibilità dei driver con questo o quell’altro dispositivo. Cosa che, per esempio, è capitata a me con questo microfono specifico, che però ho risolto.
Non significa nulla. Non è che, solo perché sono abituato a una schermata, non posso impararne una nuova. Questo vale per tutto. Altrimenti, non potremmo mai abituarci a nessuna novità. E siamo costantemente bombardati da novità ovunque. Perfino la televisione, che è un media abbastanza statico, cambia continuamente. Eppure cambia. Cambiano le leggi dello Stato, quindi perché non dovrebbe cambiare l’interfaccia di un programma? Perché non dovrebbe cambiare l’interfaccia del nostro sistema operativo, del desktop environment?
Fare le stesse cose che facciamo su programmi proprietari, su Linux è possibile, a patto che ci si abitui alla nuova interfaccia grafica del programma X, Y o Z che ci consente di fare quella determinata cosa. Io posso fare le stesse cose che faccio su Photoshop, su GIMP. Devo imparare la nuova faccia di GIMP. E, nel caso specifico di GIMP, c’è anche la possibilità di ricreare la stessa interfaccia di Photoshop all’interno di GIMP. Ci sono delle personalizzazioni del layout per far sì che combaci con Photoshop. Ma, anche ammesso che non voglia farlo, posso comunque usare il programma e ottenere gli stessi risultati.
In più, una cosa molto positiva nell’ambito Linux e del software open source è che sono stracolmo, strapieno di guide e tutorial gratuiti, che mi consentono di imparare e apprendere tantissime cose. È una questione di volontà. Voglio cambiare? Sì, no, forse. Di questo stiamo parlando. Allora, sì, posso capire che un’abitudine ci possa influenzare. Un’abitudine informatica, in questo caso, può condizionarci e, in qualche modo, paralizzarci.
Ma partiamo da un principio: i programmi commerciali possono cambiare interfaccia così radicalmente da un giorno all’altro. Non lo vieta nessuno. Windows 11 è molto diverso rispetto a Windows 10. E Photoshop 7 è molto diverso da Photoshop Creative Cloud. E allora che facciamo? Il punto è che ci sentiamo coccolati da una comfort zone dovuta al fatto che abbiamo esperienza su quella data applicazione, e questo ci fa sentire tranquilli.
Questo è il motivo per cui tante persone si fanno convincere a entrare nell’ecosistema Apple. L’ecosistema Apple funziona perché abitua le persone. Ma chi utilizza solo il telefono Apple arriva a odiarlo, perché non ha un Mac o un iPad, e non riesce a interconnettere i dispositivi. E questo è frustrante. Io stesso ho avuto un telefono Apple e so cosa vuol dire.
In conclusione, è tutto in mano nostra. Se abbiamo la volontà di imparare, possiamo fare di più e acquisire nuove competenze. Non c’è un vero ostacolo nell’utilizzare Linux e le sue distribuzioni. Capisco chi, al lavoro, è costretto a usare certe applicazioni o un certo sistema, ma chi è libero non ha scuse, se non la propria pigrizia. Un po’ di curiosità e spirito critico non possono che farci bene.
Ne parlavamo in un video precedente, che vi lascio qui, dove una persona cara mi ha fatto capire che Linux si può imparare. Si può imparare sempre tutto. Non so cosa ne pensiate voi, fatemi sapere nei commenti. Io vi ringrazio per avermi ascoltato e ci vediamo alla prossima. Ciao!