Salve Feelers!
Come state? Siamo live, e oggi sono onorato di essere qui per rappresentare lo speciale dedicato ai mille iscritti del canale. Questa è una sorpresa speciale per tutti voi che mi seguite e mi supportate con affetto.
Durante questa live, voglio approfondire un concetto che mi sta molto a cuore: il ruolo fondamentale dell'insegnante e l'importanza di trasmettere passione. Un bravo insegnante non si limita a trasmettere nozioni, ma è colui che riesce a far appassionare lo studente alla materia. Questa, a mio parere, non è una qualità necessaria per essere un insegnante, ma è ciò che rende un docente straordinario. Quando l'insegnante è noioso, lo studente finisce per studiare solo perché deve, senza mai vedere un vero obiettivo, se non quello di superare un esame. E questo è un vero peccato.
Il problema nell'insegnamento universitario
Uno dei grandi problemi del sistema universitario italiano, secondo me, è che gli insegnanti sono spesso ricercatori. Per diventare professore universitario, il giudizio è basato principalmente sul curriculum scientifico: ciò che hai prodotto e pubblicato. Ma non si tiene conto delle abilità didattiche o della capacità di trasmettere conoscenza in modo coinvolgente. Fare ricerca non significa necessariamente saper insegnare, e spesso le due attività entrano in conflitto, togliendo tempo e risorse l'una all'altra.
Cosa vuol dire fare ricerca?
Ora che sto svolgendo il mio dottorato, posso spiegare meglio cosa significa fare ricerca e come si differenzia dallo studio o dall'insegnamento. Fare ricerca vuol dire lavorare ai confini della conoscenza umana, spingendo quei limiti un passo alla volta. A differenza del lavoro industriale, dove l'obiettivo è minimizzare i costi e massimizzare i profitti, nella ricerca l'obiettivo è utilizzare i fondi ricevuti per far progredire il sapere. Non si tratta solo di ottenere risultati veloci, ma di ottenere dati precisi e di valore scientifico.
Mentre nello studio ti vengono fornite informazioni già conosciute che devi assimilare e comprendere, nella ricerca devi andare oltre. Parti da ciò che è già noto e ti chiedi: Cosa ancora non sappiamo? Cosa posso scoprire che nessun altro ha mai fatto prima? Questo è il vero cuore della ricerca. È una sfida continua, un cammino solitario, supervisionato da professori che spesso non lavorano direttamente su ciò su cui stai concentrando i tuoi studi. Ciò richiede molta indipendenza e una capacità di orientarsi in territori inesplorati.
La sfida della ricerca
Fare ricerca richiede uno sforzo mentale significativo. Nei primi mesi del mio dottorato, ho capito quanto sia difficile. Devi sviluppare una capacità di astrazione e ragionamento che ti permette di vedere oltre ciò che è già noto, di immaginare nuovi orizzonti. Non è semplice, ma è incredibilmente stimolante. E, a lungo termine, questo modo di pensare può avere un impatto anche sulla vita quotidiana, perché la capacità di ragionare e vedere oltre si applica a molte altre aree, non solo alla ricerca scientifica.
In sintesi, la ricerca ti forma come pensatore, ti spinge a diventare autonomo e a cercare soluzioni innovative. È un percorso impegnativo, ma alla fine ti arricchisce, sia come professionista che come persona.